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Chiuso da circa sei anni, oggetto di un bando per la gestione in epoca grillina pubblicato e poi ritirato, l’impianto polivalente di via Giuseppe Mendozza a Mostacciano potrebbe vedere presto un futuro migliore. Nella commissione trasparenza capitolina del 19 aprile, dedicata principalmente alla lunga lista di morosità da parte dei gestori degli impianti comunali, gli uffici dipartimentali hanno fatto sapere che sono arrivate una decina di proposte da soggetti privati, interessati a gestire la struttura. 

L’impianto di via Mendozza atteso da Mostacciano

La novità è sicuramente di quelle molto attese dalla comunità di quartiere. Quello di via Mendozza, infatti, è stato per decenni un punto di riferimento per molte famiglie e giovani della zona, che lo assaltavano per giocare a calcetto. A inizio anni Duemila, però, ha iniziato a vivere una crisi che lo ha portato a chiudere i battenti dopo un lungo periodo di agonia. Quando le istituzioni hanno provato a farlo rivivere, si sono trovate di fronte a intoppi ben più grandi. 

I vincoli demaniali risolti

Intoppi legati a vincoli demaniali sul terreno dove sorge l’impianto di Mostacciano. A inizio 2021, infatti, lo stesso dipartimento sport e politiche giovanili, che aveva predisposto un nuovo avviso di manifestazione di interesse al fine di individuare un soggetto promotore col quale stipulare un progetto di parteneriato, è venuto a conoscenza della presenza di un corso d’acqua. “A tale scopo si è in attesa di un riscontro da parte dell’Agenzia del Demanio – scrivevano gli uffici – in relazione alla necessaria autorizzazione alla sdemanializzazione di un fosso che attraversa l’area interessata dall’impianto sportivo”. 

Il Comune incontra i proponenti per la gestione dell’impianto

La sdemanializzazione sembra essere avvenuta, sia in base a quanto riferito in commissione trasparenza sia per quanto confermato dalla presidente del IX municipio, Titti Di Salvo: “Sono risolti i vincoli che impedivano che l’impianto potesse essere messo a bando” ha fatto sapere a RomaToday. Un’informazione che la minisindaca ha reso pubblica nel corso di un’assemblea organizzata a Mostacciano a metà aprile. Adesso gli uffici comunali, responsabili del procedimento, hanno iniziato a incontrare i proponenti e rispetto al corso d’acqua presente la soluzione sembra essere stata trovata: “Il fosso esiste catastalmente ma non è più tracciato in nessuna carta idrogeologica – spiegano dal dipartimento – potrebbe essere fatto rientrare nella fattispecie di una servitù, per dirla semplicemente e non sarebbe più un vincolo. Il tema è garantire la permanenza dell’impianto con una sorta di servitù come se quel fosso fosse un sottoservizio”. 

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